Research Projects

Il metodo fenomenologico della variazione d'esempio: analisi storico-teorica e applicazione allo studio delle emozioni

Tipologia finanziamento Istituzionale

Ambito disciplinare Psicologia Applicata

Ente Finanziatore ATENEO - Attività di Ricerca Istituzionali (EX 60%)

Data avvio: 30 September 2013

Data termine: 30 September 2016

Durata:

Abstract:

Il metodo della variazione d’esempio è stato proposto da E. Husserl con la finalità di individuare le invarianti strutturali dei fenomeni e le loro relazioni tipiche. Applicato nella fenomenologia della percezione da Merleau Ponty, in psicopatologia da psichiatri quali E. Minkowski e L. Binswanger e recentemente ripreso da F. Varela nella sua neurofenomenologia, è stato tuttavia trascurato proprio nell’ambito psicologico, cui il suo fondatore l’aveva primariamente indirizzato. Tale metodo, inoltre, non è stato finora sufficientemente tematizzato e fatto oggetto di studi specifici. La presente ricerca intende colmare questa lacuna avviando un’analisi delle radici storiche e teoretiche della variazione d’esempio per rintracciarne le ragioni fondative nella più ampia prospettiva filosofica della fenomenologia. In questa prospettiva la conoscenza dei fenomeni deve essere affrontata con un atteggiamento il più possibile libero dalle presupposizioni teoriche che assegnano aprioristicamente i significati all’esperienza, per indagare nell’esperienza stessa la struttura invariante che permane attraverso le variazioni individuali. Con tali premesse può essere affrontato uno studio sistematico delle esperienze emotive e delle loro relazioni tipiche, attraverso tecniche e strumenti coerenti con la finalità proposta dal medodo. In particolare l’Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) di recente sviluppo (Smith, 1996, Smith, Jarman, Osborne, 1999, Kvale, 1996, Shaw, 2001) sembra rispondere all’esigenza, propria della fenomenologia, di accedere alla sfera del vissuto. L’IPA propone una serie di strumenti per il self-report e per l’analisi dei resoconti congruenti con la prospettiva filosofica da cui origina il metodo della variazione d’esempio. Essa, infatti, prevede un ruolo centrale per i soggetti partecipanti alla ricerca, consente di discriminare sufficientemente gli aspetti più propriamente personali da quelli culturalmente determinati e contempla uno scambio continuo tra ricercatori e soggetti anche nelle fasi interpretative dei dati. L’uso della triangolazione sia nella fase di raccolta dei protocolli sia nella fase analitica e interpretativa ha lo scopo di filtrare i risultati dai residui della desiderabilità sociale e delle interpretazioni teoriche dei ricercatori. Obiettivo finale della ricerca è individuare, attraverso l’analisi dell’esperienza vissuta, la struttura formale di alcune emozioni di particolare rilevanza clinica quali la vergogna, la rabbia, la gioia, la tristezza e le relazioni essenziali tra esse, in linea con il progetto husserliano di una “geometria eidetica”. Proprio in quanto la metodologia adottata non richiede di separare, nella fase di raccolta dei protocolli, i soggetti con diagnosi di patologia psichica da quelli normali, i risultati attesi potrebbero avere una notevole rilevanza clinica nell’ambito delle psicoterapie “comprensive”. Il disegno della ricerca prevede due fasi: 1 Studio delle fonti originarie del metodo della variazione d’esempio e delle sue applicazioni nei diversi settori d’indagine. In questa fase si attingerà all’opera di Husserl (con particolare riferimento ad alcuni manoscritti non pubblicati in Italia) e degli autori che hanno adottato il metodo (Minkowski, Binswanger, Borgna, per la psicopatologia; Merleau-Ponty per la psicologia della percezione; Varela per la neurofenomenologia). Lo studio è indirizzato a enucleare le potenzialità euristiche della variazione d’esempio per l’analisi delle esperienze emotive e a individuare i criteri per la scelta degli strumenti congruenti con la prospettiva fenomenologica che orienta la ricerca. 2.Il disegno della seconda fase relativamente al reperimento dei soggetti, alle tecniche impiegate e all’analisi dei dati si iscrive nell’ambito della ricerca qualitativa di orientamento fenomenologico. Lo strumento finora individuato è L’Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) sviluppato da Smith, Jarman e Osborne (1999) per l’esplorazione delle esperienze individuali . Si prevede l’uso della triangolazione sia nella fase di raccolta dei dati self-report, sia in quella di analisi dei protocolli. La triangolazione si servirà di produzioni testi scritti e orali (es: autocaratterizzazione di Kelly), di strumenti semiproiettivi e di interpretazioni di storie. L’analisi si ispira alle fasi contemplate nella grounded theory. La scelta dei soggetti seguirà il criterio del theoretical sampling (Strauss and Corbin, 1990) individuando le persone da coinvolgere nella ricerca in base all’obiettivo conoscitivo. Si prevede di contattare pazienti in psicoterapia e soggetti selezionati in modo da rappresentare una vasta gamma di caratteristiche di personalità (maximum variety sampling).