Research Projects

Bisogni psico-sociali ed educativi del paziente e aspettative di ruolo professionale dello studente di infermieristica: analisi quanti-qualitativa del gap esistente tra i reali bisogni del paziente e l’immaginario motivante la scelta professionale degli s

Tipologia finanziamento Istituzionale

Ambito disciplinare Pedagogia

Ente Finanziatore ATENEO - Attività di Ricerca Istituzionali (EX 60%)

Data avvio: 30 September 2013

Data termine: 30 September 2016

Durata:

Abstract:

Il paziente, la persona affetta da una malattia che l’infermiere è chiamato ad assistere, necessita di una presa in cura coerente con la patologia che lo ha colpito non solo sul piano fisico-assistenziale, ma anche nelle specifiche esigenze psicosociali ed educative di cui è portatore, così come richiesto e suggerito in più occasioni dall’OMS (1946, 1986a; 1986b, 1998). In questo senso, l’infermiere laureato deve poter esprimere nei confronti del paziente un livello di performance professionale adeguato sia sul piano strettamente clinico, sia sul piano psicologico ed educativo, in un approccio globale alla cura. La possibilità per un laureato di rispondere in modo adeguato alle aspettative connesse al suo ruolo professionale dipende in modo sostanziale dalla sua capacità di esprimere un buon livello di expertise (Margiotta, 1997; 1998), una performance eccellente che appare correlata non tanto alla quantità e qualità di conoscenze di ordine dichiarativo o procedurale che lo studente può aver appreso nei percorsi di base, quanto alla qualità del collegamento causale che egli sa instaurare tra queste ultime e le sue motivazioni ed intenzioni personali (Spencer, Spencer, 1995). L’assetto motivazionale, inteso come insieme di motivazioni intrinseche ed estrinseche, sistema di valori, scopi dell’individuo (Deci, Ryan, 2007) orienta le scelte di carriera, nonchè le azioni nell'esercizio professionale, ma, inoltre, è in grado di influenzare in modo significativo le capacità dello studente di scegliere, comprendere e memorizzare quelle stesse conoscenze dichiarative e procedurali utili nel contesto di lavoro, in pratica di apprendere in modo significativo le basi teoriche e pratiche della professione (Ames, C. 1992; Pellerey, 1994, 2004, Knowles, 1973; Rottwell, 2008; Rotwell, Sensenig, 1999). Nella scelta professionale di un infermiere la letteratura internazionale enfatizza motivazioni intrinseche legate a bisogni di stima e di autorealizzazione personale, nonché di solidarietà umana, motivazioni estrinseche legate al riconoscimento sociale di una professionalità socialmente utile e dalla mission umanitaria (Deci, Ryan, 2007; Rognstad et al., 2004; Miers et al., 2007; Murrel, Robinson, 1998). Pur tuttavia, perché l’infermiere possa rispondere in modo adeguato e globale a tutti i bisogni assistenziali del paziente, occorre che il suo progetto professionale (vale a dire l’insieme delle sue aspettative di ruolo così come emergono in modo istintivo dalle motivazioni ed intenzioni personali), sia coerente alle esigenze reali del suo assistito, piuttosto che con una immagine ideale di esso mutuata da percorsi di riflessione personali del tutto soggettivi: dal dialogo estemporaneo con gli studenti emerge però l’ipotesi di una possibile distorsione, per altro coerente ai dati di letteratura ((Rognstad et al. 2004; Storen, Hanssen, 2011) dei loro progetti di ruolo professionale, che si rivolgono di fatto in via preferenziale alle aree materno infantile, critica e chirurgica, a scapito dell’area domiciliare e geriatrica. Inoltre, questi stessi progetti si focalizzano intorno ad una sorta di paziente ideale, del tutto disancorato dalla realtà effettiva, oggetto cioè di una visione d’insieme parzialmente alterata da vissuti emotivi che agiscono secondo schemi banalizzanti o semplificanti, se non idealizzanti (Happell, 1999; 2000) probabilmente influenzati in modo inconsapevole da alcune Master Narratives (Bert, 2010). Tali distorsioni, chiaramente incoerenti con la complessità dei quadri patologici e con la difficoltà delle reali esigenze psico-sociali ed educative dei pazienti (Gurses, Carayon, 2009; Anderson, Basteyns, 1981; Aujoulat et al., 2006; Thompson, 2002; Freud, 1965; Freud e Bergmann, 1972; Robertson, 1954), rischiano di influenzare, in senso improduttivo, anche la qualità degli apprendimenti degli studenti, concentrati su di un idea fantasiosa e poco corrispondente alla realtà di paziente da assistere e di ruolo assistenziale ed educativo da esprimere. Considerando poi come il progetto di ruolo della maggior parte di questi soggetti verrà frustrato dalle richieste reali del mercato del lavoro in area sanitaria, nonché dall’identità reale dei pazienti che assisteranno, tale distorsione potrebbe avere conseguenze devastanti sulle loro motivazioni intrinseche, con ricadute significative sulla qualità delle loro performance professionali. Si crede, invece, che se fosse possibile aiutare gli studenti ad interiorizzare attraverso specifici percorsi formativi un’immagine di paziente da assistere coerente con i dati di realtà, le motivazioni intrinseche verrebbero rinforzate e ricalibrate su obiettivi più adeguati ai contesti di lavoro reali, limitando il pericolo di episodi di burn-out (Rudman, Gustavsson, 2011; Todaro, 2012). Tuttavia, per ottenere tale obiettivo, occorre in via preliminare descrivere con maggiore sistematicità l’entità e la consistenza della discrepanza esistente tra immagine ideale del paziente che gli studenti possiedono e che motiva le loro scelte e realtà del paziente vero che incontreranno nei contesti di lavoro. Assumendo come evidenze già definite le esigenze psico-sociali dei pazienti, così come illustrato ampiamente in letteratura, grazie soprattutto alle indagini mutuate dall’approccio narrativo (Blickem, Priyadharshini, 2007; Edwards, Elwyn G., 2003; Hawkins, 1999; Hedesting et al., 2003; Kumagai et al., 2009; Mathieson, Stam, 1995; Patterson, Meier, 1996; Bobbo, 2004; Perricone, Polizzi, 2008), gli obiettivi del presente progetto sono i seguenti: 1) valutare la motivazione alla scelta professionale di infermiere negli studenti del corso di laurea triennale; 2) valutare l’esistenza, la consistenza e la qualità del gap esistente tra i bisogni reali dei pazienti sotto il profilo psico-sociale ed educativo e i progetti professionali degli studenti di infermieristica, intesi questi ultimi come insieme di aspettative di ruolo e immagine, identità del paziente che si auspicano o si attendono di assistere dopo la laurea, in termini di età, sesso, patologia di cui è afflitto, presenza ed atteggiamento del caregiver; 3) valutare se e come il corso di laurea affrontato possa influire nel modificare le motivazioni alla scelta del percorso di professionalizzazione e contestualmente trasformare le immagini possedute dagli studenti rispetto al paziente che essi si aspettano di assistere. Valutare quindi se i tre anni di corso e le esperienze di formazione d’aula e di tirocinio si definiscano quali agenti di trasformazione dei loro progetti di ruolo professionale. Allo scopo di conseguire gli obiettivi appena descritti, verranno coinvolti un campione rappresentativo di studenti appena immatricolati del corso di laurea triennale in Infermieristica e successivamente un secondo campione di studenti laureandi, nell’ambito della Scuola di Medicina dell’Università degli studi di Padova. Se nel primo campione è probabile che vengano registrate specificatamente immagini e progetti personali del tutto istintivi, nel secondo sarà possibile invece cogliere elaborazioni nate dalle esperienze di formazione d’aula e di tirocinio cui sono stati esposti. L’indagine verrà realizzata mediante l’impiego degli strumenti della ricerca sociale di area psico-pedagogica, di natura quali-quantitativa, in coerenza con il paradigma della Grounded Theory (Denzin, Lincoln, 2003;Strauss, Corbin, 1997). I dati raccolti verranno attentamente analizzati e discussi, con lo scopo di produrre alcune implicazioni utili per l’implementazione della didattica e della formazione di base e post-lauream di queste professioni, nell’ambito della psico-pedagogia della salute. Il tutto nell’ottica di tutelare il paziente, i suoi bisogni di assistenza e le sue esigenze psico-educative, migliorando la qualità della performance che l’infermiere laureato può offrire nella quotidianità del suo lavoro.